[Coperta] |
[Coperta] |
[Guardie] |
[Guardie] |
[Frontespizio] |
[Frontespizio] |
Al santissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII lo humil servo Nicolo Machiavelli |
pagine 3-5 |
Proemio dell'autore |
pagine 6-7 |
Tavola dell'opere di Nicolo Machiavelli |
pagina 8 |
[Prima parte. Gli otto libri delle Historie Fiorentine] |
[pagine 1-320] |
Libro primo delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 1-38 |
Libro secondo delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 38-85 |
Libro terzo delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 86-124 |
Libro quarto delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
|
Libro quinto delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 159-200 |
Libro sesto delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 200-241 |
Libro settimo delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 241-278 |
Libro ottavo delle Historie Fiorentine di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Al sanctissimo et beatissimo Padre signore nostro Clemente VII, Pont. Massimo |
pagine 279-320 |
[Seconda parte. Il principe di Nicolo Machiavelli al magnifico Lorenzo di Piero de Medici. La vita di Castruccio Castracani da Lucca. Il modo che tenne il Duca Valentino per ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo, et il Duca di Gravina. I ritratti delle cose della Francia et dell'Alemagna. MDL] |
[pagine a-d, 1-106] |
[frontespizio seconda parte] Il principe di Nicolo Machiavelli al magnifico Lorenzo di Piero de Medici. La vita di Castruccio Castracani da Lucca. Il modo che tenne il Duca Valentino per ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo, et il Duca di Gravina. I ritratti delle cose della Francia et dell'Alemagna. MDL |
pagine [a] |
Tavola dei capitoli che sono nel presente libro del Principe |
pagine [c] |
Nicolo Machiavelli al magnifico Lorenzo di Piero de Medici |
pagine [d] |
[Il Principe di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino] |
[pagine 1-63] |
Quante sieno le specie de i Principati; et con quali modi si acquistino. Cap. I |
pagine 1 |
De i principati hereditarij. Cap. II |
pagine 1-2 |
De i Principati misti. Cap. III |
pagine 2-7 |
Perch il Regno di Dario da Alessandro occupato non si ribello dalli successori di Alessandro dopo la morte sua. Cap. IV |
pagine 7-9 |
In che modo siano da governare le Citt o Principati, quali, prima che occupati fussino, vivevano con le loro leggi. Cap. V |
pagine 9-10 |
De' Principati nuovi che con le proprie armi et virt s'acquistano. Cap. VI |
pagine 10-13 |
De' Principati nuovi che con forze d'altri et per fortuna s'acquistano. Cap. VII |
pagine 13-18 |
Di quelli che per sceleratezze sono pervenuti al Principato. Cap. VIII |
pagine 18-21 |
Del Principato civile. Cap. IX |
pagine 21-63 [errore per: 23] |
In che modo le forze di tutti i Principati si debbino misurare. Cap. X |
pagine 63 [errore per: 23]-25 |
De' Principati Ecclesiastici. Cap. XI |
pagine 25-26 |
Quante siano le spetie della militia, et de' soldati mercenarij. Cap. XII |
pagine 27-30 |
De' soldati aussiliarij, misti et proprij. Cap. XIII |
pagine 30-32 |
Quello che al Principe si appartenga circa la militia. Cap. XIV |
pagine 33-34 |
Delle cose mediante le quali gli huomini, et massumamente i Principi, sono lodati o vituperati. Cap. XV |
pagine 34-35 |
Della liberalit et miseria. Cap. XVI |
pagine 36-37 |
Della crudelt et clementia, et se gli meglio essere amato che temuto. Cap. XVII |
pagine 37-39 |
In che modo i Principi debbiano osservare la fede. Cap. XVIII |
pagine 39-41 |
Che si debbe fuggire lo essere disprezzato et odiato. Cap. XIX |
pagine 39-41 |
Se le fortezze, et molte altre cose, che spesse volte i Principi fanno, sono utili o dannose. Cap. XX |
pagine 49-52 |
Come si debba governar un Principe per acquistarsi riputatione. Cap. XXI |
pagine 52-54 |
Delli secretarij de' Principi. Cap. XXII |
pagine 54-55 |
Come si debbino fuggire gli adulatori. Cap. XXIII |
pagine 55-56 |
Perche i Principi d'Italia habbino perduto i loro Stati. Cap. XXIV |
pagine 57-58 |
Quanto possa nelle humane cose la Fortuna, et in che modo se gli possa obstare. Cap. XXV |
pagine 58-60 |
Esortatione liberare la Italia da i barbari. Cap. XXVI |
pagine 60-63 |
La vita di Castruccio Castracani da Lucca, Discrita da NICOLO MACHIAVELLI, et mandata Zanobi Buondelmonti et Luigi Alamani suoi amicissimi. |
pagine 63-84 |
Descrittione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo et il Duca di Gravina Orsini; composta per NICOLO MACHIAVELLI. |
pagine 84-89 |
Ritratti delle cose della Francia, composti per NICOLO MACHIAVELLI. |
pagine 90-101 |
Ritratti delle cose della Alamagna; composti per NICOLO MACHIAVELLI. |
pagine 102-106 |
[2 pagine bianche] |
[2 pagine bianche] |
[Terza parte. Discorsi di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino, sopra la Prima deca di Tito Livio, a Zanobi Buondelmonti et a Cosimo Rucellai. MDL |
[pagine a-r, 1-280] |
[frontespizio terza parte] Discorsi di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino, sopra la Prima deca di Tito Livio, a Zanobi Buondelmonti et a Cosimo Rucellai. MDL |
pagine [a] |
Nicolo Machiavelli a Zanobi Buondelmonti et Cosimo Rucellai, Salute |
pagine [c-e] |
Tavola del primo libro |
pagine [g-l] |
Tavola del secondo libro |
pagine [m-n] |
Tavola del terzo libro |
pagine [o-q] |
Discorsi di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Sopra la Prima deca di T. Livio. A Zanobi Buondelmonti et a Cosimo Rucellai. Libro primo |
pagine 1-2 |
Quali siano stati universalmente i principij di qualunque citt, et quale fusse quello di Roma. Caput I |
pagine 2-5 |
Di quante spetie sono le Republiche, et di quale fu la Republica Romana. Cap. II |
pagine 5-9 |
Quali accidenti facessino creare in Roma i Tribuni della plebe, il che fece la Republica pi perfetta. Cap. III |
pagine 10 |
Que la disunione della Plebe et del Senato Romano, fece libera et potente quella Republica. Cap. IV |
pagine 11-12 |
Dove pi sicuramente si ponga la guardia della libert, o nel Popolo, o ne' Grandi; et quali hanno maggiore cagione di tumultuare, o chi vuole acquistare, o chi vuole mantenere. Caput V |
pagine 12-14 |
Se in Roma si poteva ordinare uno stato che togliesse via le inimicitie tra il Popolo et il Senato. Cap. VI |
pagine 14-18 |
Quanto siano necessarie in una Republica l'accuse per mantenere la libert. Cap. VII |
pagine 18-20 |
Quanto le accuse sono utili alle Republiche, tanto sono pernitiose le calunnie. Cap. VIII |
pagine 20-23 |
Come egli necessario essere solo, volere ordinare una Republica di nuovo, al tutto fuori delli antichi suoi ordini riformarla. Cap. IX |
pagine 23-25 |
Quanto sono laudabili i fondatori d'una Republica d'un Regno, tanto quelli d'una Tirannide sono vituperabili. Cap. X |
pagine 25-28 |
Della religione de' Romani. Cap. XI |
pagine 28-30 |
Di quanta importanza sia tenere conto della Religione, come la Italia per esserne mancata mediante la Chiesa Romana, e' rovinata. Cap. XII |
pagine 30-32 |
Come i Romani si servirono della Religione per ordinare la Citt, et per seguire le loro imprese, et fermare tumulti. Cap. XIII |
pagine 33-34 |
I Romani interpretavano gli Auspicij secondo la necessit, et con la prudenza mostravano di osservare la Religione quando forzati non l'osservavano, et se alcuno temerariamente la dispregiava, lo punivano. Cap. XIV |
pagine 34-36 |
Come i Sanniti per estremo rimedio alle cose loro afflitte ricorsero alla Religione. Cap. XV |
pagine 36-37 |
Un Popolo uso vivere sotto un Principe, se per qualche accidente diventa libero, con difficult mantiene la libert. Cap. XVI |
pagine 37-40 |
Un popolo corrotto venuto in libert si pu con difficult grandissima mantenere libero. Cap. XVII |
pagine 40-42 |
In che modo nelle Citt corrotte si potesse mantenere uno Stato libero, essendovi, non essendovi, ordinarvelo. Cap. XVIII |
pagine 42-44 |
Dopo uno eccellente principio si pu mantenere un Principe debole; ma dopo un debole non si pu con un altro debole mantenere alcun Regno. Cap. XIX |
pagine 45-46 |
Due continove successioni di Principi virtuosi fanno grandi effetti, et come le Republiche bene ordinate hanno di necessit virtuose successioni; et per gli acquisti et augmenti loro sono grandi. Cap. XX |
pagine 46-47 |
Quanto biasimo meriti quel Principe et quella Republica che manca d'armi proprie. Cap. XXI |
pagine 47-48 |
Quello che sia da notare nel caso de i tre Oratij Romani et de i tre Curiatij Albani. Cap. XXII |
pagine 48 |
Che non si debbe mettere pericolo tutta la fortuna, et non tutte le forze; et per questo spesso il guardare i passi dannoso. Cap. XXIII |
pagine 49-50 |
Le Republiche bene ordinate constituiscono premij et pene a' loro cittadini, ne compensano mai l'uno con l'altro. Cap. XXIV |
pagine 50-51 |
Chi vuol riformare uno stato antico in una Citt libera, ritenga almeno l'ombra de' modi antichi. Cap. XXV |
pagine 51-52 |
Un Principe nuovo in una Citt o Provincia presa da lui, debbe fare ogni cosa nuova. Cap. XXVI |
pagine 52-53 |
Sanno rarissime volte gli huomini essere al tutto tristi, o al tutto buoni. Cap. XXVII |
pagine 53-54 |
Per qual cagione i Romani furono meno ingrati agli loro cittadini che gli Atheniesi. Cap. XXVIII |
pagine 54-55 |
Quale sia pi ingrato, o un Popolo, o un Principe. Cap. XXIX |
pagine 55-57 |
Quali modi debbe usare un principe o una Republica per fuggire questo vitio della ingratitudine, et quali quel Capitano o quel Cittadino per non essere oppresso da quella. Cap. XXX |
pagine 58-59 |
Che i Capitani Romani per errore commesso non furono mai istraordinariamente puniti; ne furono mai ancora puniti, quando per la ignoranza loro, o tristi partiti presi da loro ne fussino seguiti danni alla Republica. Cap. XXXI |
pagine 59-60 |
Una Republica o uno Principe non debbe differire a beneficare gli huomini nelle loro necessitadi. Cap. XXXII |
pagine 61 |
Quando uno inconveniente cresciuto, o in uno Stato, o contra ad uno Stato, pi salutifero partito temporeggiarlo, che urtarlo. Cap. XXXIII |
pagine 62-64 |
La autorit Dittatoria fece bene et non danno alla Republica Romana; et come le autorit che i Cittadini si tolgono, non quelle che sono loro da i suffragij liberi date, sono alla vita Civile pernitiose. Cap. XXXIV |
pagine 64-66 |
La cagione perche in Roma la creatione del Decemvirato fu nociva alla libert di quella Republica, non ostante che fusse creato per suffragij publici et liberi. Cap. XXXV |
pagine 66-67 |
Non debbono i Cittadini che hanno avuti i maggiori honori sdegnarsi de' minori. Cap. XXXVI |
pagine 67-58 [errore per: 68] |
Quali scandali partor in Roma la legge Agraria, et come fare una legge in una Republica che risguardi assai in dietro, et sia contra ad una consuetudine antica della Citt, scandalosissimo. Cap. XXXVII |
pagine 58[errore per: 68]-71 |
Le Republiche deboli sono male risolute, et non si sanno deliberare; et se le pigliano mai alcuno partito, nasce pi da necessit che da elettione. Cap. XXXVIII |
pagine 71-73 |
In diversi Popoli si veggono spesso i medesimi accidenti. Cap. XXXIX |
pagine 73-74 |
La creatione del Decemvirato in Roma, et quello che in essa da notare; dove si considera, tra molte altre cose, come si pu salvare per simile accidente, o oppressare una Republica. Cap. XL |
pagine 74-78 |
Saltare dalla humilit alla superbia, dalla piet alla crudelt, senza debiti mezzi, cosa imprudente et inutile. Cap. XLI |
pagine 79 |
Quanto gli huomini facilmente si possono corrompere. Cap. XLII |
pagine 79 |
Quelli che combattono per la gloria propria, sono buoni et fedeli soldati. Cap. XLIII |
pagine 80 |
Una moltitudine senza capo inutile, et non si debbe minacciare prima, et poi chiedere l'autorit. Cap. XLIV |
pagine 80-81 |
E cosa di malo essempio non osservare una legge fatta, et massime dallo autore d'essa; et rinfrescare ogni d nuove ingiurie in una Citt, a chi la governa dannosissimo. Cap. XLV |
pagine 81-82 |
Gli huomini salgono da una ambitione ad una altra, et prima si cerca non essere offeso, dipoi di offendere altrui. Cap. XLVI |
pagine 83-84 |
Gli huomini ancora che s'ingannino ne' generali, ne' particolari non s'ingannano. Cap. XLVII |
pagine 84-86 |
Chi vuole che uno Magistrato non sia dato ad un vile, o ad un tristo, lo facci domandare, o ad un troppo vile et troppo tristo, o ad un troppo nobile et troppo buono. Cap. XLVIII |
pagine 87 |
Se quelle Citt che hanno avuto il principio libero, come Roma, hanno difficult a trovare leggi che le mantenghino, quelle che lo hanno immediate servo ne hanno quasi una impossibilit. Cap. XLIX |
pagine 87-89 |
Non debbe uno consiglio o uno magistrato potere fermare le attioni della Citt. Cap. L |
pagine 89-90 |
Una Republica o uno Principe debbe mostrare di fare per Liberalit, quello che la Necessit lo costringe. Cap. LI |
pagine 90-91 |
A reprimere la insolenza di uno che surga in una Republica potente, non vi pi sicuro et meno scandaloso modo, che preoccuparli quelle vie per le quali e' viene a quella potenza. Cap. LII |
pagine 91-92 |
Il Popolo molte volte desidera la rovina sua, ingannato da una falsa spetie di bene; et come le grandi speranze et gagliarde promesse facilmente lo muovono. Cap. LIII |
pagine 93-95 |
Quanta autorit habbia uno huomo grande a frenare una moltitudine concitata. Cap. LVI |
pagine 95-96 |
Quanto facilmente si conduchino le cose in quella Citt dove la moltitudine non corrotta; et che dove equalit non si pu fare Principato, et dove la non non si pu far Republica. Cap. LV |
pagine 96-100 |
Innanzi che seguino i grandi accidenti in una Citt o in una Provincia, vengono segni che gli pronosticano, o huomini che gli predicono. Cap. LVI |
pagine 100 |
La Plebe insieme gagliarda, di per se debole. Cap. LVII |
pagine 101-102 |
La moltitudine pi savia, et pi costante ch'un Principe. Cap. LVIII |
pagine 102-105 |
Di quali confederationi o lega altri si pu pi fidare, o quella fatta con una republica, o di quella fatta con un principe. Cap. LIX |
pagine 106-107 |
Come il Consolato et qualunque altro Magistrato in Roma si dava senza rispetto di et. Cap. LX |
pagine 107-108 |
Discorsi di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino, Sopra la Prima deca di T. Livio. A Zanobi Buondelmonti et a Cosimo Rucellai. Libro secondo |
pagine 108-111 |
Quale fu pi cagione dello Imperio che acquistarono i Romani, o la Virt, o la Fortuna. Caput I |
pagine 111-114 |
Con quali Popoli i Romani hebbero a combattere, et come ostinatamente quelli diffendevano la loro libert. Cap. II |
pagine 114-119 |
Roma divenne grande Citt rovinando le Citt circonvicine, et ricevendo i forestieri facilmente a' suoi honori. Cap. III |
pagine 119-120 |
Le republiche hanno tenuti tre modi circa lo ampliare. Cap. IV |
pagine 120-124 |
Che la variatione delle sette et delle lingue, insieme con l'accidente de' diluvi et delle pesti, spegne la memoria delle cose. Cap. V |
pagine 124-125 |
Come i Romani procedevano nel fare la guerra. Cap. VI |
pagine 125-119[errore per: 127] |
Quanto terreno i Romani davano per colono. Cap. VII |
pagine 119[errore per: 127] |
La cagione perche i popoli si partono da' luoghi patrij, et inondano il paese altrui. Cap. VIII |
pagine 119[errore per: 127]-130 |
Quali cagioni communemente faccino nascere le guerre tra i potenti. Cap. IX |
pagine 130-131 |
I danari non sono il nervo della guerra, secondo che la comune opinione. Cap. X |
pagine 131-134 |
Non partito prudente fare amicitia con un Principe che habbia pi opinione che forze. Cap. XI |
pagine 134-135 |
S'egli meglio, temendo di essere assaltato, inferire, o aspettare la guerra. Cap. XII |
pagine 135-138 |
Che si viene di bassa a gran Fortuna pi con la fraude, che con la forza. Cap. XIII |
pagine 138-139 |
Ingannonsi molte volte gli huomini, credendo con la humilt vincere la superbia. Cap. XIV |
pagine 139-140 |
Gli Stati deboli semper sieno ambigui nel risolversi, et sempre le deliberationi lente sono nocive. Cap. XV |
pagine 140-142 |
Quanto soldati ne' nostri tempi s disformino dalli antichi ordini. Cap. XVI |
pagine 142-145 |
Quanto si debbono stimare da gli esserciti ne' presenti tempi le artiglierie; et se quella opinione che se ne ha in universale vera. Cap. XVII |
pagine 146-150 |
Come per l'autorit de' Romani et per l'essempio della antica militia, si debbe stimare pi le Fanterie, che i Cavalli. Cap. XVIII |
pagine 151-154 |
Che gli acquisti nelle Republiche non bene ordinate, et che secondo la Romana virt non procedono, sono a rovina, non a esaltatione d'esse. Cap. XIX |
pagine 154-157 |
Quale pericolo porti quel Principe o quella Republica che si vale della militia Aussiliaria o Mercenaria. Cap. XX |
pagine 157-159 |
Il primo Pretore che i Romani mandarono in alcun luogo, fu a Capoua, dopo CCCC anni, che cominciarono a far guerra. Cap. XXI |
pagine 159-160 |
Quanto siano false molte volte le opinioni de gli huomini nel giudicare le cose grandi. Cap. XXII |
pagine 161-162 |
Quanto i Romani nel giudicare i sudditi per alcuno accidente che necessitasse tal giuditio fugivano la via del mezzo. Cap. XXIII |
pagine 163-165 |
Le fortezze generalmente sono molto pi dannose che utili. Cap. XXIV |
pagine 166-171 |
Che lo assaltare una Citt disunita, per occuparla mediante la sua disunione, partito contrario. Cap. XXV |
pagine 171-172 |
Il vilipendio et l'improperio genera odio contra a coloro che l'usano senza alcuna loro utilit. Cap. XXVI |
pagine 172-173 |
Ai Principi et Republiche prudenti debbe bastare vincere, perch il pi delle volte quando non basti, si perde. Cap. XXVII |
pagine 174-176 |
Quanto sia pericoloso ad una republica o ad un Principe non vendicare una ingiuria fatta contra al publico, o contra al privato. Cap. XXVIII |
pagine 176-177 |
La fortuna accieca gli animi de gli huomini, quando ella non vole che quelli si opponghino a' disegni suoi. Cap. XXIX |
pagine 177-179 |
Le Republiche et gli Principi veramente potenti non comperano l'amicitia con danari, ma con la virt et con la riputatione delle forze. Cap. XXX |
pagine 180-182 |
Quanto sia pericloso credere a gli sbanditi. Cap. XXXI |
pagine 182-183 |
In quanti modi i Romani occupavano le terre. Cap. XXXII |
pagine 183-186 |
Come i Romani davano a gli loro Capitani de gli esserciti, le commissioni libere. Cap. XXXIII |
pagine 186-187 |
Discorsi di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario fiorentino. Sopra la Prima deca di T. Livio. A Zanobi Buondelmonti et a Cosimo Rucellai, Libro terzo
A volere che una Setta o una Republica viva lungamente, necessario ritirarla spesso verso il suo principio. Cap. I |
pagine 187-191 |
Come egli cosa sapientissima simulare in tempo la pazzia. Cap. II |
pagine 191-192 |
Come egli necessario, a voler mantenere una libert acquistata di nuovo, amazzare i figliuoli di Bruto. Cap. III |
pagine 192-193 |
Non vive sicuro un Principe in un Principato, mentre vivono coloro che ne sono stati spogliati. Cap. IV |
pagine 194 |
Quello che fa perdere uno regno ad un re che sia hereditario di quello. Cap. V |
pagine 194-196 |
Delle Congiure. Cap. VI |
pagine 196-212 |
Donde nasce che le mutationi dalla Libert alla Servit, et dalla Servit alla Libert, alcuna n' senza sangue, alcuna ne piena. Cap. VII |
pagine 212-213 |
Chi vuole alterare una republica, debbe considerare il soggetto di quella. Cap. VIII |
pagine 213-215 |
Come conviene variare coi tempi, volendo sempre haver buona fortuna. Cap. IX |
pagine 215-216 |
Che un Capitano non pu fuggire la giornata, quando l'avversario la vuol fare in ogni modo. Cap. X |
pagine 217-220 |
Che chi ha a fare con assai, ancora che sia inferiore, pur che possa sostenere i primi impeti, vince. Cap. XI |
pagine 220-221 |
Come un Capitano prudente debbe imporre ogni necessit di combattere a i suoi soldati, et a quelli degli nimici torla. Cap. XII |
pagine 221-224 |
Dove sia pi da confidare, o in uno buono Capitano che habbia l'essercito debole, o in uno buono essercito che habbia il Capitano debole. Cap. XIII |
pagine 224-225 |
Le inventioni nuove che appariscono nel mezzo della zuffa, et le voci nuove, che si odono, quali effetti faccino. Cap. XIV |
pagine 226-227 |
Come uno, et non molti, siano preposti ad uno essercito, et come i pi comandatori offendono. Cap. XV |
pagine 228-229 |
Che la vera Virt si va ne' tempi difficili a trovare; et ne' tempi facili, non gli huomini Virtuosi, ma quelli che per ricchezze, o per parentado prevagliono, hanno pi gratia. Cap. XVI |
pagine 229-231 |
Che non si offenda uno, et poi quel medesimo, si mandi in amministratione et governo d'importanza. Cap. XVII |
pagine 231-232 |
Nessuna cosa pi degna d'un Capitano, che presentire i partiti del nimico. Cap. XVIII |
pagine 232-234 |
Se a reggere una moltitudine pi necessario lo Ossequio che la Pena. Cap. XIX |
pagine 234-235 |
Uno essempio d'Humanit appresso a i Falisci potette pi d'ogni forza Romana. Cap. XX |
pagine 235-236 |
Donde nacque che Annibale con diverso modo di procedere da Scipione, fece quelli medesimi effetti in Italia che quello in Ispagna. Cap. XXI |
pagine 236-238 |
Come la durezza di Manlio Torquato et l'Humanit di Valerio Corvino acquist a ciascuno la medesima gloria. Cap. XXII |
pagine 238-242 |
Per quale cagione Camillo fusse cacciato di Roma. Cap. XXIII |
pagine 242-243 |
La prolongatione de gli imperij fece serva Roma. Cap. XXIV |
pagine 243-244 |
Della povert di Cincinnato, et di molti Cittadini Romani. Cap. XXV |
pagine 244-245 |
Come per cagione di Femine si rovina un Stato. Cap. XXVI |
pagine 246 |
Come e' si ha a unire una Citt divisa, et come quella opinione non vera, Che a tenere le Citt, bisogna tenerle disunite. Cap. XXVII |
pagine 247-248 |
Che si debbe por mente alle opere de' Cittadini, perche molte volte sotto una opera pia si nasconde un principio di Tirannide. Cap. XXVIII |
pagine 249-250 |
Che gli peccati de i popoli nascono da i Principi. Cap. XXIX |
pagine 250-251 |
Ad un Cittadino che voglia nella sua Republica far di sua autorit alcuna opera buona, necessario prima spegnere l'invidia; et come, venendo il nimico, s'ha a ordinare la difesa d'una Citt. Cap. XXX |
pagine 251-253 |
Le Republiche forti, et gli Huomini Eccellenti ritengono in ogni fortuna il medesimo animo et la loro medesima dignit. Cap. XXXI |
pagine 251-253 |
Quali modi hanno tenuti alcuni a turbare una pace. Cap. XXXII |
pagine 256-257 |
Egli necessario, a volere vincere una giornata, far l'essercito confidente, et fra loro, et con il Capitano. Cap. XXXIII |
pagine 257-259 |
Quale fama, o voce, o opinione fa che il Popolo comincia a favorire un Cittadino: et se ei distribuisce i Magistrati con maggior prudenza, che un Principe. Cap. XXXIV |
pagine 259-262 |
Quali pericoli si portino nel farsi Capo a consigliare una cosa; et quanto ella ha pi dello straordinario, maggiori pericoli vi si corrono. Cap. XXXV |
pagine 262-263 |
La cagione per che i Francesi sono stati, et sono ancora giudicati nelle zuffe, da principio pi che huomini, et dipoi meno che femine. Cap. XXXVI |
pagine 263-265 |
Se le piccole battaglie innanzi alla giornata sono necessarie, et come si debbe fare a conoscere un nimico nuovo, volendo fuggire quelle. Cap. XXXVII |
pagine 265-267 |
Come debbe esser fatto un Capitano nel quale l'essercito suo possa confidare. Cap. XXXVIII |
pagine 268-269 |
Che un Capitano debbe esser conoscitore de i siti. Cap. XXXIX |
pagine 269-270 |
Come usare la fraude nel maneggiare la guerra, cosa gloriosa. Cap. XL |
pagine 270-271 |
Che la patria si debbe difendere, o con ignominia, o con gloria; et in qualunque modo ben difesa. Cap. XLI |
pagine 271-272 |
Che le promesse fatte per forza non si debbono osservare. Cap. XLII |
= pagine 272-259[errore per: 273] |
Che gli huomini che nascono in una provincia, osservano per tutti i tempi quasi quella medesima natura. Cap. XLIII |
pagine 259[errore per: 273]-274 |
E' si ottiene con l'impeto et con l'audacia molte volte quello che con modi ordinarij non si otterrebbe mai. Cap. XLIV |
pagine 274-276 |
Qual sia miglior partito nelle giornate, o sostenere l'impeto de' nimici, et sostenuto urtargli, o vero da prima con furia assaltargli. Cap. XLV |
pagine 276 |
Donde nasce ch'una famiglia in una Citt tien un tempo i medesimi costumi. Cap. XLVI |
pagine 276-277 |
Che un buono Cittadino per amore della Patria, debbe dimenticare l'ingiurie private. Cap. XLVII |
pagine 277-278 |
Quando di vede fare uno errore grande, ad un nimico, si debbe credere che sia sotto inganno. Cap. XLVIII |
pagine 278-279 |
Una Republica, a volerla mantenere libera, ha ciascuno d, bisogno di nuovi provedimenti; et per quali meriti Q. Fabio fu chiamato Massimo. Cap. XLIX |
pagine 279-280 |
[Quarta parte. I sette libri dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. MDL |
pagine [1]-152] |
[frontespizio quarta parte] I sette libri dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. MDL |
pagine [1] |
[bianca] |
[pagine 2] |
Proemio di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. Sopra il libro dell'arte della guerra, a Lorenzo di Filippo Strozzi, Gentil'huomo Fiorentino |
pagine 3-5 |
Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino, a chi legge |
pagine 6 |
Libro primo dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. A Lorenzo di Filippo Strozzi. Gentil'huomo Fiorentino |
pagine 7-29 |
Libro secondo dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino, a Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 29-61 |
Libro terzo dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino, a Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 62-83 |
Libro quarto dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino, a Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 83-95 |
Libro quinto dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. A Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 95-111 |
Libro sesto dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. A Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 111-134 |
Libro settimo dell'arte della guerra di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino. A Lorenzo di Filippo Strozzi |
pagine 134-152 |
[Quinta parte] |
[pagine [1]-158] |
[frontespizio quinta parte] L'asino d'oro di Nicolo Machiavelli cittadino et secretario Fiorentino, con tutte l'altre sue operette: La contenenza delle quali havrai nella seguente carta. MDL |
pagine [1] |
Contenenza dell'Operette di Nicolo Machiavelli |
[pagine [2]] |
Dell'asino d'oro di Nicolo Machiavelli. Capitolo primo |
pagine 3-6 |
Capitolo secondo |
pagine 6-10 |
Capitolo terzo |
pagine 10-14 |
Capitolo quarto |
pagine 14-18 |
Capitolo quinto |
pagine 18-21 |
Capitolo sesto |
pagine 21-25 |
Capitolo settimo |
pagine 25-29 |
Capitolo ottavo |
pagine 29-33 |
Capitolo dell'Occasione di Nicolo Machiavelli a Filippo di Nerli |
pagine 33-34 |
Capitolo di Fortuna di Nicolo Machiavelli a Giovan Battista Soderini |
pagine 34-39 |
Capitolo della Ingratitudine di Nicolo Machiavelli a Giovanni Folchi |
pagine 39-44 |
Capitolo dell'Ambitione di Nicolo Machiavelli a Luigi Guicciardini |
pagine 45-50 |
Decennale, Cio Compendio delle cose fatte in X anni in Italia di Nicolo Machiavelli [Decennale primo] |
pagine 50-65 |
Decennale secondo di Nicolo Machiavelli |
pagine 65-71 |
Novella piacevolissima di Nicolo Machiavelli [Belfagor] |
pagine 71-78 |
Mandragola, comedia di Nicolo Machiavelli Fiorentino. Prologo |
pagine 79-81 |
Atto primo |
pagine 82-87 |
Atto secondo |
pagine 88-94 |
Atto terzo |
pagine 94-103 |
Atto quarto |
pagine 103-112 |
Atto quinto |
pagine 112-118 |
Clitia comedia di Nicolo Machiavelli Fiorentino |
pagine 118- |
Prologo |
pagine 119-121 |
Atto primo |
pagine 121-126 |
Atto secondo |
pagine 126-132 |
Atto terzo |
pagine 133-141 |
Atto quarto |
pagine 141-151 |
Atto quinto |
pagine 151-158 |
[Guardie] |
[Guardie] |
[Coperta] |
[Coperta] |