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Ammirato, Scipione

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Scipione Ammirato nacque a Lecce nel 1531 da una famiglia di nobili origini fiorentine. Dopo essere stato a Brindisi (1545) per studiare retorica, si recò a Napoli nel 1547 per conseguire il dottorato in diritto. Una volta arrivato nella città partenopea, Ammirato rivolse le proprie attenzioni agli studi umanistici, piuttosto che a quelli giuridici. Nel 1551 si trasferì a Roma, dove intraprese la vita ecclesiastica, per poi spostarsi a Venezia e a Padova. Nel 1558 ritornò a Lecce, dove fonda l'Accademia dei Trasformati. In seguito ritornò a Napoli, dove si dedicò alla poesia, allo studio delle 'Imprese', alla genealogia e alla storia.

I suoi studi diventarono più maturi e metodici solo con il suo trasferimento a Firenze, avvenuto nel 1569. Nella città toscana egli godette della protezione della famiglia de' Medici, il che gli garantì la possibilità di consultare l'Archivio pubblico e di partecipare alla vita culturale della città. Questa condizione fornì ad Ammirato le occasioni per portare avanti i suoi interessi da erudito. Nel 1595 prese la laurea in teologia e divenne canonico del duomo, dove venne seppellito dopo la sua morte, avvenuta nel 1601.

Ammirato è conosciuto come uno dei più importanti storiografi del suo tempo, grazie all'opera Dell'Istorie Fiorentine, commissionata dalla stesso Cosimo I. Nel suo intento l'opera doveva narrare gli avvenimenti che dalla fondazione della città arrivavano alla morte del granduca Francesco (1578), ma in realtà si ferma all'anno della morte di Cosimo I (1574). Solo la prima parte venne pubblicata con l'autore ancora in vita nel 1600, mentre l'intera opera venne pubblicata postuma per mano del figlio Scipione Ammirato il Giovane.Il merito di Ammirato in quest'opera consiste, da un lato, di aver mantenuto uno sguardo d'insieme degli avvenimenti, dall'altro, per aver tenuto presente sia le fonti sia le interpretazioni degli avvenimenti di altri accademici.

In parallelo alla ricerca storica, Ammirato continuò la sua ricerca genealogica. Tra il 1577 e il 1580 mise ordine al materiale raccolto durante la sua permanenza a Napoli, così da arrivare a pubblicare nel 1580 Famiglie nobili napolitane. Nei due anni successivi raccolse materiale sulla nobiltà toscana e scrisse l'opera Delle famiglie nobili fiorentine, pubblicata postuma nel 1615.

Un'altra direttrice delle sue ricerche è quella erudita, che si concretizza nella composizione di Opuscoli di argomenti vari - alcuni dei quali a carattere moralistico - e con i Discorsi sopra Cornelio Tacito, pubblicata nel 1594. Quest'opera è importante perché colloca Ammirato nella corrente cosidetta del "Tacitismo" e nella storia dell'antimachiavellismo del Cinquecento. La sua polemica contro Machiavelli fu sempre pacata ed erudita e non fu mai volgare. Con i Discorsi Ammirato fornisce anche una sua prospettiva e una definizione di Ragion di Stato, uno dei temi centrali dell'epoca.

La sua vocazione erudita restò sempre legata a una sensibilità verso gli avvenimenti politici del suo tempo. Nelle sue Orazioni, dedicate a sovrani e papi (ad esempio Sisto V, Clemente VIII, Enrico di Francia), esprime quell'inquietudine sentita al suo tempo per la minaccia musulmana, incombente sui confini orientali dell'Europa. Gli interessi e i valori religiosi di Ammirato, invece, vengono espressi nelle Rime spirituali sopra salmi, un'opera composta nel 1597 e pubblicata anch'essa postuma nel 1634.

Opere dell'autore:


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Istorie fiorentine

(1647)
Istorie fiorentine